martedì 17 ottobre 2017

I Miåur dii Piò Trest 2017

Dal nostro ultimo post sono passati esattamente due anni, per vari motivi che non interessano a nessuno. Saltata in pieno la stagione 2016 (ovviamente solo nei commenti) dove i nostri eroi si sono classificati sempre all'ultimo post in coabitazione con le Sfattine (none entrambe le squadre dopo un salomonico pareggio nella finale per il 9° e 10° posto), siamo qui ora a commentare l'intera stagione 2017, iniziata abbastanza male, ma terminata in maniera sontuosa.
L'inizio è stato sulla falsa riga delle precedenti stagioni, con le prime 8 partite di regular season che vedevano i nostri raggranellare 6 sconfitte (e se quelle subite da Calzini Rossi, Dustbins, Oragiobat, Ruphillies e Strappados potevano essere anche messe in cantiere, molto più inopinata quella contro i Pocos Locos, anche in virtù di quanto accadrà in seguito) 1 pareggio (coi Calzini Verdi, e anche questa è quasi una sconfitta) e 1 sola vittoria (con la new entry dell'anno Ciaperi).
Ma a questo punto è scattato qualcosa nei nostri perché è iniziato un periodo di imbattibilità che è durato per tutto il resto della stagione. Dopo il pareggio contro i Rookies (squadra di alta classifica quest'anno) ci sono state tre vittorie contro Sfattine (prestazione quasi perfetta), Ciaperi e Pocos Locos che tuttavia non hanno permesso di raggiungere quel sesto posto che avrebbe dato accesso al paradiso della Brev Lig, ma siamo stati relegati al girone dei perdenti. Visto come erano andate alcune partite il rammarico c'era, dato che sarebbe bastata una sola vittoria in più. E nei Play Out (o come l'abbiamo ribattezzata noi "La Lig dii Piò Trest") l'apoteosi: 4 vittorie consecutive (Calzini Verdi, Pocos Locos, Sfattine e Ciaperi) che oltre a portare la striscia di imbattibilità a 8 partite (7W e 1T) ci hanno consentito di fregiarci del titolo de "I Miåur dii Piò Trest 2017".
Di seguito alcune foto della grande festa di fine stagione, laddove i Cuba sono praticamente imbattibili (cioè in mezzo a crescentine, tagliatelle e "minchiate") e la goliardica descrizione dei Cuba 2017, direttamente dalla sceneggiatura della festa.
Ci vediamo nel 2018.
Forza Cuba

Stefano “Steve” Grandi: leggo un suo SMS : “il prossimo anno lascio i Cuba, non sono abituato a far parte di una squadra vincente, mi sento un disadattato, dovrò cercare una squadra che sia all’altezza delle mie aspettative perdenti”. In campo ineccepibile, di lui dico solo che sotto la doccia è la cosa più brutta che abbia mai visto
Ider “the Spider” Villa: uno che certe volte se ne mette anche troppe, per l’agonismo che ci mette meriterebbe altri palcoscenici e di bere valium anzichè birra, dal monte troneggia più per l’altezza fisica che per la precisione dei suoi lanci, nel box la posizione di battuta più plastica di tutti, col dubbio solo che la gambetta alzata sia preludio più di una veloce pipì piuttosto che di un poderoso swing
Ottavio “8” Martinelli: così a memoria è venuto un paio di volte, forse in amichevole, e sempre in ritardo. Ma questo è merito dei nostri manager che sanno scegliere sul mercato degli Under i migliori elementi… Non potremo mai dimenticare che quando chiama la palla non dice mai MIA, ma svariate volte il suo nome. Per cercare di farlo venire un po’ più spesso si vocifera che sul mercato invernale i Cuba stiano rastrellando tutte le MILF disponibili…
Filippo “the Rookie” Giorgi: una graditissima new entry della stagione appena finita, ha impiegato poco a capire che nel nostro dugout sono gradite molto di più le birre che le bibite analcoliche. Encomiabile poi Silvia che è stata presente a quasi tutte le partite, dato il livello tecnico e umano mi sa che questa è proprio una prova d’amore, credo ti tocchi proprio sposarla….
Andrè “Robin Hood” Cuoco: fin da subito pienamente integrato nello spirito Cuba, bere, mangiare e se avanza tempo anche battere e correre sulle basi, col fisico che ha dovrebbe spezzare le palline con la mazza, ma il suo animo in fondo da gigante gentile non glielo permette e quindi le volte che è arrivato salvo in prima per meriti suoi e non demeriti avversari si contano sulle dite di una mano monca
Roberta “Tartaruga” Ferri: notoriamente lenta, da questo il suo soprannome, le corse più veloci che le ho visto fare quest’anno sono per andare dal suo nuovo moroso in tribuna, se fosse un uomo uscirei con il classico “tira più un …. di un carro di buoi”, la versione al femminile la lascio per platee in cui non sono presenti minori. Dato che si è recentemente dedicata con successo anche a sport dove non serve essere vicini per far male, ritiro immediatamente tutto quello che ho detto….
Simone “Speedy Gonzales” Recrosio: spesso mi domando perché è ancora dei nostri e non è andato a cercar fortuna in qualche squadra di più alto livello, in mezzo alla banda di, passatemi il termine, cazzoni quali noi siamo qualche volta sembra un po’ fuori luogo per due motivi: perché se ne mette sempre un sacco (lasciamelo dire TROPPE) e pretende sempre molto da se stesso, ma soprattutto perché in 4 anni NON L’HO MAI VISTO BERE NEL DUGOUT… L’unico uomo che mulina le gambe come nei cartoni animati
Roberto Oby-1-Kenoby” Caprini: quando si unì a noi il manager non sapeva assolutamente quale ruolo affidargli, dove potevamo metterlo per esaltare le sue doti tecniche (poche) e fisiche (già meglio)? La scelta è caduta sulla prima base, anche in funzione della sua altezza, pur se la sua tendenza a rattrappirsi e usare il guanto più come se fosse da forno e non da baseball ci ha fatto sudare le proverbiali 7 camice. Alla fine dei conti però la scelta è stata quanto mai azzeccata, soprattutto perchè non era in altri ruoli a far danni. Però batte, eccome se batte
Maria “Mery per sempre” Fiorani: alla prima amichevole della stagione mi avrebbe ucciso (e non sono sicuro che non abbia ancora cambiato idea) perchè le ho rubato una palla all’esterno, nelle ultime partite l’abbiamo vista un po’ triste e abbacchiata perchè non riesce a fare quello che vuole sul campo, soprattutto nel box, e questo non va affatto bene perchè ha fatto vedere meno la caratteristica che più apprezzo in lei ossia il suo contagiante sorriso
Nadia “Didò” Greggio: da quando ha scoperto il nostro gioco si è dedicata con grande impegno alla mazza (da baseball, cosa avete capito) e anche con il guantone ha fatto progressi da gigante in questi due anni, ma sopratutto non si può non amare lo spirito sempre gioviale e sorridente con cui si presenta (spesso in ritardo in realtà) alle partite. Se poi mettiamo che forse beve più birra di me, allora avete il quadro perfetto
Marco “Ciccio” Panzacchi o Panzacci: Era un Cuba prima ancora di unirsi a noi. Dovrebbe essere il nostro bomber, anche se non sempre se lo ricorda, non sempre presente perché l’età non fa’ sconti a nessuno e gli acciacchi sono sempre di più, se poi si mette anche a traslocare (ancora non ho capito esattamente cosa/dove/chi, boh?)… Una certezza in tutti i ruoli, basta che non gli chiediate di chinarsi dietro il piatto o sotto la doccia….
Alessandro “Pasticcio” Scordo: ancora non mi è completamente chiaro dove raccatta tutte quelle immagini minchiate che ci propina assiduamente via whatsapp, avrà fatto qualche abbonamento prosciuga credito col cellulare, solo che non se è ancora accorto, in campo, ma soprattutto nel dugout una figura insostituibile, se solo pesasse una ventina di kg in meno a gioire non saremmo solo noi, ma soprattutto la sua schiena. Magari il prossimo anno se porti da mangiare non solo alla penultima partita….
Carlo “il Cobra” Selleri: quando va in battuta ha più fretta di me se avessi un incontro amoroso con Belen, l’unica maniera per non fargli battere la prima palla sarebbe mandarlo nel box senza mazza. In tutta la Brev Lig ormai lo conoscono e sanno che le sue battute sono più velenose del morso di un serpente a sonagli quindi sono preparati a rimbalzi tipo flipper. Tranquillo, fino a quando porti tu il materiale un posto in squadra non te lo nega nessuno
Emiliano "Emi" Bonetti: Quando ruba, scivola come un terzinaccio su un campo di periferia, quelli stile "o palla o gamba, tanto è uguale". Quando difende, piroetta come una ballerina del Bolshoi (ma di 80 chili).Il dubbio che dopo 5 anni non abbia ancora capito che sport facciamo ci resta, ma la squadra ama profondamente provocare la sua frustrazione ignorando bellamente i suoi segnali dalla terza: quasi nessuno li guarda e chi lo fa comunque non li capisce (anche se ne abbiamo uno in tutto, da sempre). Il risultato è che prima o poi un passante casuale chiamerà la neuro, vedendolo agitarsi scompostamente, ignorato da tutti. Ll più grande fomentatore di sbevazzate in dugout,
Lorenzo “Lore” Contri: La disperazione del nostro manager. Non sappiamo mai dove sarà, forse c’è, forse no, forse tardi, forse boh. Poi alla fine viene arriva quasi sempre, tra le 9 meno 10 e le 9.30, devastando tutte le pianificazioni di Franky. Nessuno sa come, con il suo stile assolutamente inguardabile riesca comunque a essere così efficace in difesa, ma ce ne facciamo volentieri una ragione. Un altro che scivola come se puntasse alla tibia di Roby Baggio
Cesare “Penna Bianca” Orsoni: l’esempio lampante di come con l’esperienza si riesca a mascherare tutto il resto, non vede più un emerito piffero,  non corre più perchè tutte le sue energie le conserva per la pista da ballo, non vi dico sciocchezze, appena usciamo di qua lui va diretto in balera…, però per arrivare alla sua tenerà così ben tenuti la firma la metterebbero in molti
Caterina “Cate” Serafini: finalmente una stagione con un discreto numero di presenze, finalmente fuori da quell’antro oscuro che immagino essere il suo ufficio. E, cosa non da poco, con la schiena un po’ meglio del solito. Ne ha beneficiato il nostro monte di lancio, meno suo marito Andrea “E’ sposata” Barba che, santo subito, spesso abbiamo visto dormire nel dugout dato che le nostre partite sono notoriamente emozionanti….
Devis “Mez” Mezzetti: con lui in campo, santi, martiri e beati non possono stare troppo tranquilli, se la stessa “abilità” che dimostra negli improperi l’avesse anche nel box di battuta perderemmo un sacco di palline oltre la recinzione e visto che la cassa Cuba piange miseria alla fine forse è meglio così
Francesco “Franky” Bezzi “ma chi è?”: l’evoluzione della specie, in qualche milione di anni la scimmia si è evoluta in uomo (forse), sono bastati pochi anni per trasformarlo da giocatore ad allenatore. Gioca ancora, ma quasi nessuno se ne è accorto veramente. Indimenticabili in questa stagione i suoi huddle pre, ma soprattutto post partita, tra il serio ed il faceto, tra chi vorrebbe scappare via velocemente perché è già mezzanotte e la testa fumante di Simone (impossibile non ridere), fino alle ultime occasioni in cui ci ha spiegato a cosa servono mazza e palle (farlo ad inizio stagione non sarebbe stato meglio?). Attendo trepidante la prossima stagione soltanto per vedere il prossimo step dell’evoluzione della specie









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